“Vedrai una città regale, addossata a una collina alpestre, superba per uomini e per mura, il cui aspetto la indica signora del mare”. Il virgolettato è tratto da una relazione di viaggio del grande poeta trecentesco Francesco Petrarca, che visitò la città di Genova nel 1358. Perché il Petrarca definì Genova “superba”?
L’aggettivo – che è rimasto affibbiato nei secoli alla città – indica la fierezza, l’imponenza, l’alterigia e l’orgoglio di essere la dominatrice del Mare Nostrum durante tutto il Medioevo. Genova divise questo primato con l’altra grande Repubblica marinara dell’epoca, cioè Venezia. Le due città si spartirono il Mediterraneo: Genova aveva il controllo dell’Occidente, mentre Venezia dominava l’Oriente.
Genova e il mare, un binomio che è imprescindibile e indivisibile. La storia di questa città è legata al mare, e al suo porto naturale, fin dalla sua origine, in quanto ha rappresentato la sua ricchezza, disegnandone la sua conformazione urbanistica e ritagliandone la sua funzione produttiva.
La “lanterna”, simbolo della città, ha da sempre rappresentato, per tutti coloro che navigavano nel Mediterraneo, una meta, un approdo o una partenza. Un’altra curiosità legata alla città è l’invenzione del tessuto jeans, chiamato anche tela di Genova.

BREVE STORIA DELLA CITTÀ
Genua è l’antico nome dato alla città dai romani, rispetto a quello preesistente, ovvero genu, un luogo abitato (nell’area urbana di Brignole) già all’epoca neolitica dalle genti liguri (un’antica popolazione italica). Il nome deriva probabilmente dall’indeuropeo geneu, cioè bocca, perché allude alla struttura urbana della città protesa verso il mare. L’altra ipotesi etimologica sull’origine del nome fa riferimento al Dio Giano bifronte, in quanto nel Medioevo veniva chiamata Ianua, cioè porta d’ingresso.
Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, la città, governata dalle potenti famiglie aristocratiche, cominciò a dotarsi di una flotta militare e mercantile e a iniziare un controllo sui territori circostanti, assumendo una forma istituzionale che sarà la sua caratteristica nel corso dei secoli successivi: diventò una Repubblica oligarchica. Poche famiglie segnarono il destino politico e commerciale della città, che iniziò, quindi, ad avere il controllo del Mediterraneo occidentale, posizionando basi mercantili in diversi porti (Caffa, Chio, Mitilene ….). Comunque, il prestigio internazionale arrivò durante le Crociate, poiché consentirono a Genova – così come a Venezia – di arricchirsi, in quanto la rotta verso la Terra Santa partiva dal porto della città ligure o da quello di Venezia.
Le ricche famiglie oligarchiche si arricchirono, dunque, con le spedizioni in Terra Santa. Al termine della guerra, la borghesia cittadina si specializzò nell’attività bancaria, tant’è che il Banco di San Giorgio è considerato l’istituto di credito pubblico più antico del mondo (il primato di quello privato spetta al Monte dei Paschi di Siena nda).
I banchieri genovesi prestavano denaro, tra l’altro, anche alla famiglia imperiale degli Asburgo di Spagna. Il declino della città iniziò, appunto, in coincidenza con i fallimenti avvenuti nella Corona di Spagna, durante il ‘600, quando gli insolventi Asburgo non onorarono i debiti contratti con i genovesi. Un altro smacco all’economia della Repubblica fu quando i Turchi conquistarono la città di Chio, importante porto sotto il controllo dei genovesi, ma anche dallo spostamento dell’asse commerciale, con la scoperta dell’America, dal Mediterraneo all’Atlantico. La perdita di prestigio di Genova continuò nei secoli successivi, fino a quando la secolare Repubblica di Genova perse la sua indipendenza, venendo accorpata al Regno di Sardegna e alla casata dei Savoia.
COSA VISITARE A GENOVA
La città offre tanto al turista, in quanto la millenaria storia ne ha arricchito il suo patrimonio artistico. Il centro storico con le sue antiche dimore, le chiese, il porto, l’Aquario e i caratteristici carugi sono le mete da visitare quando si arriva a Genova.

La presunta casa di Cristoforo Colombo
Una tappa importante è certamente la casa in cui nacque colui che scoprì l’America, cioè Cristoforo Colombo. Ma è anche bello immergersi nell’atmosfera unica dei Carrugi, un dedalo di viuzze strette. A proposito il centro storico di Genova è uno dei più estesi d’Europa.

Particolare del centro storico
Quando si passeggia per i carugi si respira l’anima popolare della città – tra l’altro cantata in tanti testi da Fabrizio De Andrè – che si oppone al lusso dei tanti palazzi della ricca borghesia mercantile genovese.
Un monumento che merita di essere visitato è la cattedrale di San Lorenzo. La costruzione medievale fu costruita tra il IX e il XIV secolo e si presenta con una facciata a strisce bianche e nere in cui lo stile romanico si mescola con quello gotico. Unici e bellissimi sono i tre portici d’ingresso: quello centrale vede due leoni in marmo simboli di protezione del luogo di culto.
Il palazzo ducale è l’altra attrazione della città. Era la sede dei dogi, che si alternarono nel governo della città, e dell’antico senato della Repubblica. L’altro monumento in cui recarsi è il teatro Carlo Felice, uno dei più importanti in Italia che vide l’esibizione dei più grandi artisti della musica classica, con particolare riferimento al celebre violinista genovese Niccolò Paganini.
L’acquario di Genova – come riferisce il sito dell’attrazione turistica – ha “la più ricca esposizione di biodirversità in Europa e mostra circa 10.000 esemplari e 400 specie, provenienti da tutti i mari del mondo”. Questa presentazione ci fa capire la varietà della fauna marina presente nell’Acquario di Genova. I visitatori non si annoieranno, di certo, nella visita del parco acquatico.

Il teatro Carlo Felice
ENOGASTRONOMIA
I due pilastri della cucina genovese – entrati nel novero di quella italiana – sono il pesto e la focaccia, ma non bisogna dimenticare anche l’altro vanto culinario, che è rappresentato dalla farinata di ceci.
Il pesto tradizionale genovese è uno dei condimenti più rinomati per condire le diverse varietà di pasta. Il binomio perfetto è abbinare il pesto con le trofie, una specialità di pasta fresca tipica della Liguria. Si prepara pestando – il nome deriva appunto da questa manualità – nel mortaio basilico, pinoli, aglio, olio extra vergine d’oliva con l’aggiunta del Parmigiano Reggiano fino a ottenere un preparato omogeneo.
L’altro pilastro gastronomico è la focaccia – o come la chiamano a Genova fugassa – uno dei cibi di strada più conosciuti al mondo. La focaccia è un impasto lievitato di farina, olio Evo e lievito che si stende nella teglia unta di olio. Prima di infornare bisogna spennellare l’emulsione preparata con olio Evo, acqua e sale grosso. La focaccia si consuma in qualsiasi momento: a Genova viene mangiata anche a colazione inzuppandola nel latte.
Altro tipico cibo di strada genovese è la farinata. Viene preparata con farina di ceci, olio Evo e sale e poi stesa in teglia e infornata. Può essere consumata da sola o accompagnata da salumi. Anche se non troppo rinomati, Genova, e la Liguria, vantano diversi vini doc (Colli di Luni, Cinque Terre, Colline di Levanto).
Non poteva mancare il dolce, perché a Genova nasce il re della pasticceria italiana, cioè il Pan di Spagna. Contrariamente al suo nome, il dolce per eccellenza, vide i suoi natali a Genova. L’invenzione si deve a un giovane cuoco, tal Giobatta Cabona, che era al seguito dell’ambasciatore genovese, Domenico Pallavicini, nella capitale Madrid. Ebbene, l’ambasciatore, durante un ricevimento chiese al suo cuoco di preparare un dolce speciale e per onorare la corte fu dato il nome di Pan di Spagna.
LO STADIO
Lo stadio Luigi Ferraris, chiamato comunemente Marassi, in quanto si trova nel quartiere omonimo, fu inaugurato nel 1933, in occasione del quarantesimo anniversario della società del Genoa, e fu intitolato al capitano della squadra rossoblù perito durante la Prima Guerra Mondiale. Ha subito diverse ristrutturazioni nel corso degli anni, quella più significativa risale ai mondiali del 1990.

Foto: Archivio Nazionale Opere Pubbliche