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LA DOLCE CREMONA

Cremona è la città delle due T, poiché tra le tante curiosità legate a questo importante centro urbano lombardo, compare questa lettera dell’alfabeto per indicare due parole che ne sono il suo segno di riconoscimento.   

Quali sono, allora, queste  due parole?

Iniziamo dalla prima: Torrazzo. È il più importante monumento della città, in quanto svetta per la sua altezza – ubicato tra la Cattedrale e il Battistero – dominando  l’intero centro urbano.

La seconda parola, che inizia con la T, e che è legata alla città, è il Torrone, cioè la specialità dolciaria nota in tutto il mondo. Anno domini 1441. Nella città, in una giornata di ottobre,  si celebrava un importante matrimonio, che sanciva la nascita di una delle Signorie più importanti del Rinascimento italiano. Nella chiesa di San Sigismondo si univano in matrimonio Bianca Maria, l’ultima discendente della casata dei Visconti, con il capitano di ventura Francesco Sforza, che, da allora, continuò a guidare e governare con piglio deciso Milano e quasi tutta la Lombardia.

Le cronache del periodo raccontavano che nel ricco pranzo nuziale fece la comparsa un nuovo dolce composto da albume d’uova, miele e mandorle. Era nato il torrone.

Ma accanto a queste due curiosità, la città di Cremona è famosa nel mondo soprattutto per aver dato i natali a tre grandi liutai del passato, che, in seguito, hanno consegnato alle future generazioni, la tradizione di fabbricare strumenti musicali. Questi tre liutai erano Antonio Stradivari, Andrea Amati e Guarneri del Gesù.

L’ingresso laterale  del Duomo. Dietro si staglia  imponente il Torrazzo.

 BREVE STORIA DELLA CITTÀ

Cremona ha avuto – fin dalla sua fondazione – un ruolo strategico, poiché si trova in una posizione importante nella pianura Padana con il fiume Po, che scorre nelle sue  vicinanze, e non molto distante da Brescia, Mantova e  Bergamo. Appena i Romani ne assunsero il possesso, costruirono un castrum fortificato, anche perché il suo porto fluviale sul Po era il nodo dei traffici commerciali nella Pianura Padana e la porta d’accesso per Milano. Il porto fluviale di Cremona fu da sempre importante, perché consentiva l’approdo di navi e chiatte, anche di medie dimensioni, provenienti dall’Adriatico. Infatti, a Nord di Cremona il Po non è più navigabile.  

Con il crollo dell’impero romano subì il dominio dei diversi popoli barbarici, dal Basso Medioevo in poi cominciò a sottostare all’influenza della città meneghina, che, in seguito, divenne centro di riferimento regionale con la costituzione del Ducato di Milano. Cremona era l’area di confine del Ducato di Milano con la Repubblica di Venezia. Erano continue le scaramucce e gli sconfinamenti, da entrambe le parti. Infatti, nel territorio cremonese si trova, tra l’altro, l’area fortificata di Soncino che rappresentava il baluardo difensivo del Ducato di Milano.

Passato il periodo rinascimentale, Cremona seguì le vicende di Milano, e di gran parte della Lombardia, fino all’unificazione del Regno d’Italia.

Da segnalare il periodo post Grande Guerra, perché imperversò nel territorio con le sue squadracce d’azione – durante il biennio rosso  1920-21 – il gerarca fascista Roberto Farinacci, uno degli uomini più fidati di Benito Mussolini.

La rocca di Soncino, baluardo difensivo nel cremonese

COSA VISITARE

La visita della città di Cremona parte dal centro storico ovvero piazza del Comune. Infatti, i più importanti monumenti cittadini sono vicini tra di loro. Si inizia dal Duomo, chiamato anche cattedrale di Santa Maria Assunta e sede della diocesi di Cremona.

La costruzione è in stile romanico con successivi riadattamenti architettonici gotici e barocchi. Si presenta con la facciata a capanna, in marmo bianco di Carrara, con protiro centrale e una loggia che attraversa lateralmente l’ingresso. Il rosone centrale è posizionato sopra le loggette.  La cattedrale fu costruita dai maestri comacini e subì nel corso dei secoli ristrutturazioni.

Posizionato accanto al Duomo, si trova il Torrazzo di Cremona, simbolo della città. È   una delle torri più alte d’Europa, in quanto misura 112,54 metri. La sua costruzione, in mattoni, ha una particolarità architettonica, giacché sono due torri inserite una nell’altra. Ha ben 502 gradini. Al suo interno si trova il Museo verticale, cioè l’orologio astronomico tra i più grandi al mondo, opera di artigiani cremonesi e le sette campane bronzee. Il Torrazzo, secondo la tradizione, fu costruito nel 754 e poi ebbe diverse fasi fino al termine dei lavori avvenuti nel 1309.

Il Battistero conclude la trilogia dei monumenti ecclesiastici ubicati nella piazza del Comune. Dalla caratteristica pianta ottagonale fu costruito in mattoni nel 1167, mentre furono aggiunti in seguito il rivestimento in marmo della parete centrale con il protiro.

Il Battistero

Affacciato sull’omonima piazza si trova il Palazzo del Comune, tipica e tradizionale costruzione di broletto lombardo in mattoni. Il portico d’ingresso con archi ogivali e trifore. Fu costruito nel 1206 per poi subire nel corso dei secoli ristrutturazioni. Molto bella è la merlatura. 

  Il Palazzo del Comune

Dopo aver visitato i monumenti medievali della città, la tappa obbligata è il Museo del Violino. Cremona, come già scritto, è la capitale della liuteria italiana, in quanto dette i natali a tre grandi esponenti del settore, quali furono Stradivari, Amati e Guarneri. La tradizione continuò anche nei secoli successivi, facendo di Cremona il centro mondiale della costruzione di strumenti musicali a corde. Si racconta che Antonio Stradivari si recasse di persona nei boschi per scegliere gli alberi. Utilizzava  per il fondo dei suoi strumenti l’acero dei Balcani e per le fasce l’abete rosso della Val di Fiemme.

L’interno del Museo è composto di diverse sale dedicate all’origine, agli attrezzi, ai legni utilizzati per la costruzione. Non poteva mancare una collezione di strumenti di inestimabile valore.    

GASTRONOMIA

Cremona, trovandosi nella fertile pianura Padana, ha tantissime eccellenze gastronomiche legate alla sua campagna, cioè formaggi, insaccati e dolci. Il suo territorio ha favorito l’allevamento bovino e suino, mentre non vi sono vigneti, proprio per la sua conformazione orografica.

Partiamo dal re dei formaggi italiani, vale a dire il Grana Padano, che, insieme al Parmigiano Reggiano rappresenta un’eccellenza della produzione agroalimentare italiana. Sono poche le differenze tra i due formaggi a pasta dura. Innanzitutto la zona di produzione: il Grana Padano viene prodotto in primis nelle province lombarde, e quella di Cremona è la più importante, mentre il Parmigiano Reggiano nella sola Emilia con eccezione nell’area mantovana a destra del Po. Sono i disciplinari di produzione dei Consorzi a denotare le poche differenze tra questi due formaggi. Non è da meno per qualità un altro formaggio tipico del cremonese: il Provolone Valpadana. Relativamente alla tradizionale lavorazione delle carni, un insaccato a grana grossa, che ha ricevuto l’Indicazione Geografica Protetta, è il Salame di Cremona,

Per quanto riguarda i dolci, Cremona ha due eccellenze, vale a dire la Mostarda e il Torrone. La Mostarda si prepara con pezzi di frutta candita con l’aggiunta di senape, che  rende il prodotto piccante. Il Torrone, invece, è il dolce nato nel 1441 in occasione di un pranzo nuziale di Maria Bianca Visconti e Francesco Sforza. Sono solo tre gli ingredienti per preparare questa delizia del palato: albume d’uova, miele e mandorle.

Il primo piatto della tradizione cremonese è una pasta ripiena di carne: i marubini in brodo (simili ai tortellini).  

LO STADIO

L’impianto Giovanni Zini è la casa della Cremonese fin da quando fu inaugurato nel 1919, in occasione della partita contro la Juventus. Da allora vide grandi campioni calcare il suo manto erboso. Si ricordano, in particolare, due calciatori del vivaio cremonese: il compianto Gianluca Vialli e Antonio Cabrini. Dal 1924 fu dedicato all’ex calciatore della Cremonese Giovanni Zini caduto sul Carso durante la Prima Guerra Mondiale. Il comune di Cremona, nel  2019, donò in concessione lo stadio alla società grigiorossa che ne è divenuta proprietaria.

Lo stadio Giovanni Zini (fonte Catalogo Generale dei Beni culturali)

9 Luglio 20247 minuti di lettura
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