Quando si parla di Mantova, si accostano due riferimenti importanti legati al suo passato: in primis è la città che diede i natali al più grande poeta latino – quel Publio Virgilio Marone autore del poema celebrativo dell’Eneide, cioè l’opera più importante della Letteratura Latina e di tanti altri componimenti – e in secundis alla famiglia ducale dei Gonzaga – una delle più importanti casate del Rinascimento italiano – che segnò per sempre la storia politica, urbanistica, artistica ed economica di Mantova.
E a proposito della personalità di Virgilio non si può non citare il grande Dante Alighieri, che, nella Divina Commedia, ritagliò per lui un ruolo da protagonista, cioè accompagnatore e guida nel suo viaggio allegorico negli inferi. Dante, infatti, lo presenta ai lettori come “lo mio maestro e ‘l mio autore; tu sei solo colui da cui tolsi lo bello stile che m’ha fatto onore”. La citazione dantesca era doverosa per descrivere la personalità di Virgilio. E passano gli anni, passano i secoli, ma la fama del grande poeta non finisce, anzi anche nello sport viene tramandata, tant’è che i calciatori del Mantova sono i “virgiliani”, un sinonimo che rimanda appunto al grande poeta latino. Un altro riferimento legato all’arte è che Mantova è anche la città del Rigoletto, celebre opera di Giuseppe Verdi.
Fatta questa premessa iniziamo la nostra esplorazione nella città di Mantova, che, dal 7 luglio 2008, fu dichiarata patrimonio dell’Umanità per la presenza delle tante vestigia presenti in città. Quando si arriva a Mantova si costeggia il fiume Mincio, che è il primo biglietto da visita di questa splendida città.

Mantova vista dal fiume Mincio. Si intravede il castello di San Giorgio.
BREVE STORIA DELLA CITTÀ
La città di Mantova ha origini antichissime, così come il suo toponimo, la cui etimologia si fa risalire alla profetessa Manto, figlia dell’indovino tebano Tiresia. Il primo insediamento abitativo si fa risalire all’età del bronzo, ma è con gli Etruschi che inizia ad avere notorietà. Con i Romani diventa Mantua, anche se non ha grande importanza rispetto alle vicine città di Brescia, Cremona e Verona. Le vicende storiche successive sono analoghe a quelle delle altre città della pianura padana: si susseguirono nell’occupazione le diverse popolazioni (Unni, Visigoti, Ostrogoti…). Nel Basso Medioevo si concretizzò la svolta decisiva che segnò per sempre le sorti della città: la conquista, nel 1328, da parte della famiglia dei Gonzaga, che, con l’aiuto di Cangrande I della Scala (signore di Verona), scalzò – durante la lotta tra fazioni cittadine – la famiglia dei Bonacolsi, fino ad allora signori di Mantova. Con i Gonzaga – una famiglia originaria del contado – la città assume un ruolo centrale nella politica dell’Italia Centro Settentrionale, diventando uno degli “arbitri” per diversi secoli dei destini politici, culturali ed economici della penisola. Mantova, con i Gonzaga, diventò un centro di potere, anche attraverso la politica dinastica, cioè l’intreccio di matrimoni con gli eredi delle più importanti famiglie di allora (Sforza, Medici, D’Este). I duchi Gonzaga governarono la città fino all’estinzione della famiglia.

L’ingresso del palazzo ducale
COSA VISITARE A MANTOVA
Avendo un ricco patrimonio storico artistico, è difficile per chi scrive suggerire quali bellezze visitare a Mantova. Si potrebbe iniziare dal palazzo ducale – residenza dei Gonzaga dal 1328 al 1707, cioè quando fu esiliato per tradimento l’ultimo esponente della famiglia – in quanto è ubicato nel cuore del centro storico. Ci si immerge nelle grandiose stanze impreziosite dalle pareti affrescate, nella seconda metà del ‘400, dal grande pittore Andrea Mantegna. Il pittore padovano raffigurò Ludovico Gonzaga con tutta la sua famiglia. È una delle più importanti manifestazioni pittoriche legate alle Signorie italiane. Comunque, Mantegna lasciò un’altra grande testimonianza della sua arte nella celebre “camera degli sposi” .

Il famoso affresco di Mantegna “La camera degli sposi” o “camera picta.”
Dopo aver visitato il palazzo ducale si può continuare ad immergersi nel Rinascimento italiano nel castello di San Giorgio o nel complesso del Palazzo Te (prende il nome da tejo, cioè tiglio) una villa ubicata nella zona meridionale della città e disegnata dal celebre architetto pittore Giulio Romano. All’interno si possono ammirare diversi dipinti dei più importanti artisti del periodo. Oltre ai splendidi monumenti rinascimentali – legati alla famiglia Gonzaga – si possono visitare luoghi medievali come il Palazzo del Podestà e l’Arengario.
Un’altra attrazione del territorio mantovano, è la navigazione con il battello sul fiume Mincio. Sono diversi i pacchetti che le diverse compagnie di navigazione offrono al turista. Tra le diverse opzioni c’è anche la gita in battello verso il Po. Si parte dal porto fluviale di Mantova per arrivare a Governolo, il punto in cui i due fiumi si incontrano, per poi accedere alle Chiuse di Leonardo da Vinci, un sistema di “vasi comunicanti”, che consentono al battello di attraversare il dislivello dei due corsi d’acqua. Dal battello si possono ammirare immagini paesaggistiche uniche.
MANTOVA: LE TRADIZIONI GASTRONOMICHE
Essendo un territorio di confine tra la Lombardia e l’Emilia, anche la cucina ha avuto, nel corso del tempo, contaminazioni. Il vanto della cucina virgiliana sono i tortelli di zucca. Vengono preparati con la pasta fresca e ripieni con una preparazione di zucca e formaggio Grana Padana o Parmigiano Reggiano a cui si aggiungono altri ingredienti del territorio. Altro piatto tipico è il risotto alla “pilata”. Al riso viene aggiunto il burro, il vino e un preparato composto di salamella mantovana, Grana Padano o Parmigiano Reggiano e spezie. Ad abbinarsi a questi primi ci sono i vini doc del territorio (Lambrusco mantovano doc o il Garda dei colli). Dulcis in fundo un dolce delicato e di antica tradizione mantovana, cioé la torta Paradiso, legato alla famiglia Gonzaga, in quanto fu creato in onore di Isabella d’Este moglie di Francesco II.
LO STADIO
Il Mantova calcio gioca nello stadio cittadino “Danilo Martelli”, costruito durante il ventennio fascista e intitolato al calciatore virgiliano, perito nella tragedia di Superga che coinvolse la squadra del grande Torino.

Foto: fonte Mantova calcio 1911